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VaraderoMercoledi

Dopo una riposata notte, ci siamo svegliati alle 7:30 per partire subito. Invece di 3 dollari, abbiamo dato 5 dollari alla padrona di casa perché abbiamo considerato oltre la riparazione del tetto il bisogno di una lampadina per il bagno. Il figlio piu piccolo ci ha pulito la macchina prima di partire e a lui abbiamo dato tutti gli spiccioli che avevamo in tasca (Guido aveva soltanto una bancanota di 100 dollari). Finora avevamo percorso 1236 Km, come se avessimo percoso l'isola da Pinar del Rio fino Guantanamo (tutta l'isola). Alla uscita del villaggio abbiamo chiesto ad un impiegato di un zuccherificio per la strada giusta, a pochi metri ci siamo fermati per fotografare la piantagione di canna da zucchero e l'uomo a chi avevamo chiesto informazione ci ha guardato stupito. Siamo passati per Cardenas, la cittá in cui abita il bambino Elian González. Una cittá con delle belle case, pure se moderne, ma in questa cittá abitano assai lavoratori degli alberghi di varadero. Loro guadagnano assai, piu dei medici e i professionali. Verso le 10:00 siamo arrivati in Varadero, che é forse la piu turistica e conosciuta regione di Cuba.

Varadero É una penisola che ha uno unico e stretto ingresso e da una parte corre la spiaggia per piu di 23 Km continui. Negli anni 50 era un villaggio per turisti nordamericani ricchi e per le famiglie dei lavoratori cubani era vietato l'ingresso. Allora i pezzi di spiaggia erano privati e ci voleva pagare per entrare. Dopo il 1959 tutto é cambiato subito. Tutti potevano andarci quando volevano. Gli alberghi e le ville dei ricchi furono consegnate alle fabriche, scuole e famiglie povere. La domenica ci andavano da Matanzas, La Habana, Cienfuegos e Santa Clara in camion e macchine per fare soltanto il bagno e starci in famiglia. La spiaggia si riempiva della gente padrona della sabbia. Oggi ancora la situazione é cambiata. Chi ci arriva per la prima volta crede di trovarsi a Miami. La penisola é tutta coperta d'alberghi per turisti stranieri. Questi alberghi hanno alla stessa volta un pezzo di spiaggia in cui non si puo andare liberamente. Dagli anni 90 in poi, di fianco ad ogni albergho apparve un'altro gestito in join venture tra il governo cubano e imprese straniere. Tra tutti, non lasciano spazio per dire veramente che abbiamo 23 Km di spiaggia continua tutta per noi. In questi alberghi non possono andare i cubani perché non guadagnano dei soldi sufficienti per questo e sopratutto perché non lo permette il governo, neppure invitati da uno straniero. Addirittura, a Varadero hanno costriuto il campo di golf e la marina con imbarcazioni lussose da affittare.
MatanzasChe cosa é restato per i modesti lavoratori cubani che ci andavano liberamente tra gli anni 60 e 80?. A certo punto i modesti lavoratori capiscono che questi industria turistica ci fa guadagnare della valuta e poi viene finiscono nelle scuole e nella sanitá. Sarebbe un argomento difficile da discuttere, ma noi crediamo che l'equilibrio non si é ancora raggiunto. A che serve essere colti e avere una buona salute se poi non siamo padroni del nostro paese e non abbiamo un po' di libertá, nonostante la relativitá di questo ultimo termine. Noi, Guido Rosso, Milly ed io, siamo ritornati delusi di quel pezzo Cuba che non é proprio Cuba. Non per caso i cubani diciamo che chi viene soltanto in Varadero non é mai venuto in Cuba. Abbiamo fatto il bagno per mezza ora all'ingresso della penisola. Guido Rosso ha fatto qualche fotografia per consegnarle alla agenzia. Di queste -ha detto lui- non ne vuole nessuna. Alle 11:20 eravamo sulla autostrada verso la cittá di Matanzas. Una ottima autostrada in cui si deve pagare una tassa (tra le cose che non abbiamo mai visto noi giovani cubani). Siamo arrivati a matanzas e ci siamo fermati in una piazza per mangiare qualcosa. Abbiamo fatto assaggiare Guido il tamal ; mais macinato, aggiunta pezzi di cane, cipolla, aglio, sale, ecc, arrotolato negli stessi fogli del mais e bollito per mezza ora. Tutti quanti italiani che lo assaggiato per la prima volta vanno pazzi per questo nuovo piatto che non avrebbero mai immaginato. Anche succede cosi col congri (riso fatto con fagioli neri) e le frittate di banana ancora verde. É rimasta la promesa a Guido di rifare questo piatto a casa prima della sua partenza. Abbiamo pure comprato pizza e guarapo. Poi abbiamo girato un po' la cittá. Matanzas é una cittá cubana molto particolare, non ce ne un'altra. La chiamano la Atena di Cuba oppure la citta dei ponti. É piena di costruzioni neoclassicle, garndi palazzi che sono oggila municipalitá, il teatro, le scuole. Anche é piena di ponti, tutti quanti diversissimi che attraversano la cittá.
GibacoaAnche é in riva al mare come la Avana e ha un lungomare che la circonda. Guido ha fatto delle fotografie e per ultimo abbiamo fatto la spesa per magiare oggi la sera a casa nostra. Veramente c'e ancora da scoprire un sacco nel mio paese, ogni ditta sulla carta ci segna una avventura da vivere. Almeno Guido lo ha capito cosi e ha desciso di ritornarci per piu tempo per girare tutta l'isola. Siamo ripartiti verso la Avana in riva al mare. Una via pure bella perché da una parte correva il mare e dalla altra la nostra natura verde e abbagliante con delle montagne dietro. A tratti si vedevano dei valli tutti zeppi di verde e palme (il nostro albero nazionale). Abbiamo visto in questa regione i pozzi di petrolio. Negli ultimi anni si é sviluppata questa industria, anche con capitale straniero e va avanti. Prima degli anni 90 tutto il petrolio veniva importato dalla URSS. Allora avevamo prezzi incredibili; quasi sette tonnellate di petroleo per ogni tonnellata di zucchero esportata nella URSS. Dopo la caduta della URSS é finito questo mercato e a secondo dei prezzi del marcato mondiale una tonnellata di zucchero non basta neppure per comprare due di petrolio. Oggi, oltre il 60 % della nostra energia si genera con petrolio cubano e si aspetta che tra poco raggiunga il 100%. Secondo le nostre autroritá non é stato facile perché il nostro petrolio non é buono, é carico di zolfo che lo fa diventare pesante. Milly e Guido ancora pensavano a fare il bagno per l'ultima volta nel nostro viaggio. Fortunatamente, oramai abituati, abbiamo scoperto un'altra spiaggia isolata; Gibacoa. Questa aveva intorno una villa e un campeggio popolare ma tutti e due erano vuoti, anche questo ultimo mezzo distrutto dallo uragano.
GibacoaSiamo scesi a abbiamo parcheggiato la macchina nella foresta. C'era una piccola e bellina spiaggia che poi era interrotta da uno stretto fiume che sboccava lí. Ci siamo seduto nella parte vicina ma dopo abbiamo seguito Guido che ha attraversato il fiume per fare qualche fotografia. Finalmente siamo rimasti lá, la piaggia era piu bella e c'erano gli alberi ovunque. Nonostante c'erano altre persone ma sembravano stranieri. Poi abbiamo ragionato che forse erano russi della ambasciata che sono venuti lí per trascorrere la domenica insieme in famiglia. Avevano una tovaglia immenza piena di dolci, vini, bevande, ecc. Sembravano felici e non ci disturbavamo per niente. Sono venuti a trovarci, non proprio per fare il controllo, due polizionti che facevano il servizio lí. Abbiamo chiaccherato un po', sopratutto con Karel, un ragazzo dell'interno (provincia Holguin) piu giovane di noi e che faceva il servizio militare nella brigate speciali della polizia. Ha parlato con Milly e con me ma si é finalmente interessato in Milly, ma lei furbamente ha detto di avere fidanzato per evadere qualsiasi argomento amoroso. Il loro compito lí era di evitare fuga ilegale dei cubani abbagliati dai canti di sirena dagli Stati Uniti. Loro non ci stavano per forzare alla cui voleva fuggire, neppure avevano armamenti, soltanto cercavano di persuadere. Magari fosse un'altra storia interessante se ci fossimo rimasti piu in quella spiaggia, ma dovevamo andare via. Siamo partiti verso le 17:00, ma per arrivare in casa mancava pochissimo. Col tramonto siamo entrati in cittá, ancora in riva al mare. Dallo alto, da dove passava la strada, si vedeva Guanabo e poi Santa Maria. L'azzurro tenero che tanto ci ha accompagnato, bagnava le spiagge. Dietro, il verde marino che si perdeva nell'orizzonte poteva ancora far sognare qualcuno. Anche nello stereo finiva Smisurata Preghiera di De André. Invece noi, quanto ancora potevamo chiedere in piu, di che cosa potevamo essere ancora speranzati dopo 1492 Km sulle strade della vera Cuba, su suoi villaggi e sulla sua natura. Dopo 120 ore ci restava, oltre un po' di stanchezza, la certezza di ritornarci.

Gli enigmi dell lune, Le strade alle colline verdi, Le luci dei paesi sulle onde, I fiori rossi nelle marine, Le sirene dei treni del levante, Le notti, scruteró.......
realizzato da Alessandro Catalfio - Fotografie di Guido Orlando - Testi diario di Ariel e Milly